Fahrenheit 451 by Ray Bradbury

Fahrenheit 451 by Ray Bradbury

autore:Ray Bradbury [Bradbury, Ray]
La lingua: ita
Format: epub, mobi, azw3
Tags: Fantascienza
editore: THC
pubblicato: 1953-03-19T23:00:00+00:00


Stava consumando una cena leggera alle nove di sera, quando la porta d’ingresso s’aprì cigolando e Mildred uscì di corsa dal salotto, come se fuggisse dinanzi a un’eruzione vulcanica. La signora Phelps e la signora Bowles comparvero sulla soglia dell’anticamera per scomparire nella bocca del vulcano con un bicchiere di Martini in mano. Montag smise di cenare. Esse erano come un mostruoso lampadario di cristallo tintinnante su mille tonalità diverse, vide i loro eterni sorrisi da Gatto del Paese delle Meraviglie fiammeggiare attraverso le pareti della casa, ed ora esse stavano urlando l’una all’altra dominando il fragore della “famiglia”.

Montag si ritrovò sulla soglia del salotto con la bocca ancora piena.

«Oh, ma che magnifico aspetto hanno tutti, stasera!»

«Vero?»

«Tu, poi, Millie, sei meravigliosa!»

«Vero?»

«È un piacere vedere tanta bella gente intorno.»

«Vero?»

Montag rimase un po’ a osservarle.

«Pazienza» mormorò Faber.

«Io non dovrei essere qui» bisbigliò Montag, quasi a se stesso.

«Dovrei essere in strada per venire a portarti i soldi.»

«Non c’è fretta, basterà portarli domani, Montag. Sii prudente!»

«Non è uno spettacolo stupendo?» gridò Mildred.

«Vero?»

Su di una parete una donna sorrideva e beveva contemporaneamente succo d’arancia. Come diavolo può fare le due cose nello stesso tempo? si chiese insensatamente. Sulle altre pareti una radioscopia in atto della stessa donna mostrava il viaggio per via di contrazione della bibita alla volta dello stomaco deliziato. Ad un tratto, la stanza decollò in un volo a razzo sopra le nubi, per sprofondare poi in un mare di melma verde, dove pesci azzurri divoravano altri pesci gialli e rossi. Un minuto dopo, Tre Pagliacci Bianchi a Fumetti si trattavano reciprocamente a colpi d’accetta con l’accompagnamento d’immense ondate d’ilarità. Ancora due minuti, e la stanza abbandonava la città per raggiungere delle auto a razzo che roteavano pazzamente in un circuito, urtandosi, spingendosi l’una contro l’altra, cozzando nuovamente. Montag vide un gran numero di corpi volare in aria.

«Millie, hai visto?»

«Sì, sì, ho visto.»

Montag allungò il braccio entro la parete del salotto e girò la manopola principale. Le immagini si ischeletrirono, scomparvero come prosciugate, quasi che da un’immensa coppa di cristallo popolata di pesci isterici, fosse stata fatta defluire l’acqua.

Le tre donne si voltarono lentamente a guardare con palese irritazione prima e poi con antipatia manifesta Guy Montag.

«Quando credete che la guerra scoppierà?» disse Montag. «Vedo che i vostri mariti non sono venuti stasera.»

«Oh, vanno e vengono, i mariti, vanno e vengono» disse la signora Phelps. «Finnegan è un po’ dentro e un po’ fuori, Pete è stato richiamato ieri. Sarà di nuovo a casa la settimana prossima. Così almeno hanno detto le autorità militari. Guerra spiccia. Quarantott’ore, hanno detto, e poi tutti di nuovo a casa loro. Questo dicono i militari. Guerra spiccia. Pete è stato chiamato ieri e hanno detto che sarà di nuovo a casa la settimana prossima. Guerra spiccia…»

Le tre donne agitarono il capo e guardarono nervosamente le deserte pareti color fango.

«Non sono preoccupata», disse la signora Phelps. «Lascerò a Pete tutte le preoccupazioni.» Sbottò in una risatina. «Ci penserà il buon Pete a stare in pensiero. Io no. Non sono preoccupata, io.



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